La parola "entusiasmo" non aveva soltanto un significato religioso nell'antica Grecia, bensì aveva a che vedere anche con una
tradizione che, a cominciare da Platone, ha non poco influenzato il dibattito estetico e
intellettuale occidentale: si tratta dell’ispirazione artistica, del nesso tra forza
immaginifica e nascita della poesia. Se già in
alcuni frammenti di Democrito era possibile trovare allusioni a questa tipologia di entusiasmo,
è nei dialoghi platonici che la categoria viene finalmente elaborata. Nel giovanile Ione, Socrate, a
colloquio con un rapsodo, afferma che i poeti e i musici, nel momento della creazione, sarebbero
guidati non tanto dalla lucida consapevolezza della loro coscienza del mondo, quanto da una
forza divina che li possiede in un delirio chiamato, appunto, entusiasmo. Come egli stesso afferma: "tutti i bravi poeti epici non per capacità artistica ma in quanto ispirati e posseduti compongono tutti questi bei poemi", infatti "il poeta non è capace di comporre prima di essere ispirato e fuori di sé e prima che non vi sia più in lui il senno" . Il filosofo avrà poi modo di ribadire questo concetto in un dialogo più maturo,
il Fedro, dove sostiene, appunto, che la Musa occupando "un’anima tenera e pura […] la sollecita e la rapisce
nei canti e in ogni altra forma di poesia".
Fonti:
http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Platone/IONE.PDF
http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Platone/Fedro.pdf
Fonti:
http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Platone/IONE.PDF
http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Platone/Fedro.pdf
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