lunedì 25 maggio 2020

STEP #18: Nella filosofia contemporanea

Già citato nella parte finale dello STEP #12, Kant è il filosofo che per primo dà un definizione del tutto laica di entusiasmo inteso come "la condizione di un animo eccitato oltre la misura conveniente", prediligendo un entusiasmo "ragionato" ad un entusiasmo religioso che invece risulta spesso pericoloso: "l'entusiasmo ha caratterizzato l'età dei cavalieri ma ora la fredda ragione deve intervenire a moderarlo e civilizzarlo". 
Durante l'illuminismo ad occuparsi  del termine è il padre gesuita Saverio Bettinelli, che ne discute sotto l'aspetto estetico rimanendo sostanzialmente nell'ambito di una interpretazione tradizionale.
Nella filosofia idealistica romantica, invece, l'entusiasmo è visto come quella parte ancestrale dell'irrazionalità umana che la ragione in parte regola ma che non è riuscita del tutto ad annullare. L'entusiasmo sostiene Schlegel deve essere moderato dall'azione critica dell'ironia.
Schelling, poi, assimila l'entusiasmo alla follia e afferma che questa «è l'essenza più profonda dell'essere umano. Essa non nasce ma si manifesta quando ciò che è propriamente non essente, cioè irrazionale, si attualizza». La ragione è follia regolata, l'entusiasmo, come eccesso passionale sfuggito alla ragione, è follia.
Infine, più recentemente nel XX secolo a riflettere sul termine "entusiasmo" è stato il filosofo e psichiatra tedesco Karl Jaspers che distingue l'entusiasmo dal fanatismo inteso come una patologia esprimente un'idea fissa e giudica positiva l'azione dell'entusiasmo, poiché attraverso di esso possiamo raggiungere un atteggiamento globale per cui ci sentiamo assorbiti con la nostra essenza in una visione sentimentale del mondo nella sua interezza e complessità.


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