sabato 2 maggio 2020

STEP #12: Nel pensiero medievale e moderno

Il Medioevo non ha visto particolari svolte filosofiche per quanto riguarda il concetto di entusiasmo, per lo più assimilato all'estasi. È con Giordano Bruno e l'inizio del Rinascimento che si ha una elaborazione più profonda del termine (come approfondito nello STEP #16). 
Successivamente nei secoli XVII e XVIII l'avvento della riforma protestante e dell'illuminismo modificano ulteriormente la concezione di entusiasmo (soprattutto sotto gli aspetti religioso e razionale). Shaftesbury (vicino alla concezione di Henry More) vede l'entusiasmo religioso come una «sensazione falsa della presenza divina» al quale si oppone il «nobile entusiasmo» proprio degli oratori, degli artisti e dei filosofi. Anche Voltaire afferma che «l'entusiasmo si accompagna soprattutto alla religiosità malintesa» mentre valorizza «quell'entusiasmo ragionevole che è privilegio dei poeti». "Per l'enciclopedista Diderot il filosofo non può rinunziare alla razionalità e quindi condanna in ogni senso, estetico e morale, l'entusiasmo". 
In seguito sarà Kant che, mettendo da parte una volta per tutte la connotazione divina, "darà per primo una definizione laica, che diverrà di uso comune nella speculazione seguente, dell'entusiasmo come «la condizione di un animo eccitato oltre la misura conveniente»".


Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Entusiasmo_(filosofia)

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